Tra i temi fondamentali legati alla sostenibilità c’è quello del recupero, ovvero del superamento della cultura del consumo. Anche i territori si consumano o così è stato fino ad oggi. La cultura espansiva e produttiva si è spesso basata sull’aggiunta di manufatti invece che sulla loro cura. Oggi gli obiettivi e le regole europee stanno disegnando un altro scenario per l’edilizia.
Quello della rigenerazione urbana è un sistema di strategie ed azioni che guiderà il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) in una nuova cultura dell’edilizia.
Il punto di equilibrio tra modernizzazione e sostenibilità tocca anche il tema delle identità delle città, che negli ultimi anni, come era stato mostrato già nel 2014 all’interno della Biennale di Venezia dal progetto Absorbing Modernity: 1914-2014 che coinvolse 65 paesi , si è persa in un progressivo processo di appiattimento, in una globalizzazione estetica che ha frantumato le caratteristiche specifiche evidenti fino a cent’anni fa nello spazio urbano, che manifestava una sorta di biodiversità culturale capace di trasformare nel tempo le specificità del luogo, delle sue risorse materiali e umane, un patrimonio distintivo di ogni paese che ancora oggi giustifica il desiderio di viaggiare per il mondo e nutre il comparto del turismo.
Rigenerare significa rispettare e prendersi cura degli edifici esistenti, che siano palazzi nobiliari o case popolari.
Tra i progetti che nascono con l’obiettivo di ricucire il tessuto sociale del quartiere ci sono spesso quelli dedicati a sostituire al grigio di cemento e calcestruzzo i colori scelti da artisti o abitanti del quartiere per creare gallerie a cielo aperto.
La rigenerazione urbana, negli obiettivi europei, passa anche per il ri-efficientamento energetico degli immobili.
La revisione della Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD)
Il documento europeo di riferimento sulla sostenibilità in edilizia è noto come Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD). La Direttiva è stata adottata dall’Unione Europea nel 2002 e ha subito il 9 febbraio una revisione da parte del Parlamento Europeo.
La Direttiva ora al vaglio, nella sua release, di associazioni, politica e imprenditori, mira a promuovere l’efficienza energetica degli edifici, utilizzando una combinazione di misure di regolamentazione, incentivi finanziari e informazione al pubblico.
La Direttiva sull’EPBD ha una serie di obiettivi specifici, tra cui creare un quadro normativo comune in tutta l’Unione Europea per la valutazione dei consumi energetici edifici; definire standard di prestazione energetica minima per gli edifici; stabilire certificazioni energetiche per edifici; promuovere un’architettura e design sostenibili energeticamente; garantire l’accesso ad energia pulita e sostenibile.
La proposta, che aveva già l’approvazione da parte della Commissione Industria ricerca e energia del Parlamento europeo, è stata votata in plenaria il 15 marzo e prevede edifici residenziali almeno in classe energetica E entro il 2030 e in D entro il 2033. Gli edifici non residenziali e pubblici dovrebbero raggiungere le stesse classi rispettivamente entro il 2027 e il 2030.
Per quanto riguarda invece le nuove costruzioni il testo prevede che i nuovi edifici dovrebbero essere a emissioni zero dal 2028, mentre i nuovi edifici pubblici dal 2026.
La proposta prevede novità anche per l’energia solare: se gli edifici residenziali in fase di ristrutturazione hanno tempo fino al 2032 per conformarsi, le nuove costruzioni che dovranno essere dotate di impianti ad energia solare entro il 2028 (anche se con la riserva del tecnicamente ed economicamente fattibile).
Qualche deroga è prevista per gli immobili di particolare valore architettonico e storico e altri casi particolari.
Cosa si intende per ristrutturazione sostenibile
Per ristrutturare in modo sostenibile può essere necessario intervenire sulla parte strutturale dell’edificio, ad esempio attraverso l’isolamento termico degli infissi, la coibentazione del tetto ed eventualmente anche l’installazione di sistemi di riscaldamento e illuminazione a basso consumo energetico. Tra gli interventi volti a migliorare l’impatto degli immobili c’è la realizzazione di sistemi di recupero della pioggia ed eventualmente anche impianti fotovoltaici, al fine di garantire una fornitura energetica sostenibile.
Dal punto di vista del design le logiche della Direttiva spingono l’utilizzo di materiali eco-compatibili, processi di costruzione che riducano al minimo le emissioni, come l’isolamento termo-acustico, l’uso di energia solare passiva ed eolica, la preservazione di acqua piovana, l’ottimizzazione dell’utilizzo di spazio, l’utilizzo di materiali di costruzione riciclati o riciclabili e l’ottimizzazione del funzionamento dei sistemi meccanici dell’edificio.
In questi anni le imprese edilizie hanno dovuto affrontare impegnativi adeguamenti nelle competenze e nei processi produttivi, adeguandosi a nuove norme e nuove responsabilità, tra cui l’obbligo di dare assistenza tecnica ai proprietari di edifici, fornendo informazioni su come ottenere il massimo risparmio energetico possibile, in modo che i proprietari possano gestire in modo appropriato i loro edifici.
Che sia in ambito di ristrutturazione o all’interno del processo di costruzione ex novo, anche nella fase delle tinteggiature è fondamentale adottare un approccio sostenibile.
La strategia di innovazione di Gruppo Boero ha permesso nel tempo di fare in modo che tutti i suoi prodotti vernicianti siano a ridotto impatto e con un’alta resistenza a intemperie e macchie, una caratteristica che sostiene una manutenzione a lungo termine, prima regola della sostenibilità.
Tra le più importanti soluzioni dedicate al risparmio energetico, sempre più innovative e a ridotto impatto ambientale si inserisce la gamma di sistemi di isolamento termico a cappotto Boerotherm, efficace nel contenere, bilanciare e ottimizzare la dispersione del calore dagli edifici, e Isolareflex, l’innovativo sistema di isolamento termico a secco per l’efficientamento energetico di cui Boero è distributore esclusivo.
In un panorama così complesso come quello della transizione energetica il ruolo di Gruppo Boero sarà sempre più di partnership nella soluzione dei problemi, sia dei privati che del mondo dei cantieri.